Shale gas, apertura dell’Ue

<p>L'Ue apre allo sfruttamento dello shale gas per migliorare la competitivit&agrave; europea sui prezzi energetici e dell'industria. I singoli stati saranno liberi di sfruttare il gas di scisto seguendo una serie di principi comuni a tutela dell'ambiente che, per&ograve;, non sono vincolanti. Solo dopo 18 mesi di mancato rispetto di tali principi, l'esecutivo comunitario potr&agrave; decidere di agire con una proposta legislativa vera e propria per renderli obbligatori.</p>
<p>Nella bozza del pacchetto clima, energia e industria che Bruxelles presenter&agrave; a breve, si precisa che prima di concedere l'autorizzazione dovr&agrave; essere compiuta una valutazione strategica ambientale che determini la sicurezza per l&rsquo;area interessata dall&rsquo;utilizzo della tecnica del fracking, che pu&ograve; mettere a rischio le falde freatiche, la stabilit&agrave; geologica e comportare la liberazione di sostanze inquinanti. Contrariamente a quanto voleva l'Europarlamento che chiedeva norme obbligatorie, di fatto la responsabilit&agrave; resta nelle mani dei singoli stati e delle societ&agrave; energetiche. Alcuni paesi europei hanno gi&agrave; iniziato lo sfruttamento dello shale gas, fra questi: Gran Bretagna, Polonia e Danimarca. La Germania ha deciso di vietarle ma solo nelle zone ad alta densit&agrave; di falde freatiche.</p>
<p>Gli effetti sull&rsquo;economia europea non saranno gli stessi registrati negli Usa, dove tale risorsa ha rappresentato lo stimolo per far ripartire il motore dell'economia americana. Secondo Bruxelles, nel migliore degli scenari, lo sfruttamento del gas di scisto potrebbe rispondere al 10% della domanda di gas europea entro il 2035, mentre l'impatto sui prezzi sarebbe moderato. La produzione commerciale di gas di scisto potrebbe cominciare nel 2015.&nbsp;</p>