La vittoria di Al Sisi e i dubbi sul nuovo governo dei militari

<p>Con oltre il 95% dei consensi, Abdel Fattah Al Sisi &egrave; stato eletto Presidente dell&rsquo;Egitto. L&rsquo;affluenza alle urne &egrave; stata del 44,4%, meno del 51,8% registrato alle votazioni del 2012 vinte da Mohamed Morsi. La presidenza di Al Sisi &egrave; in continuit&agrave; con la tradizione egiziana, che a parte la parentesi dell&rsquo;islamista Mohamed Morsi, ha sempre visto al comando del Paese figure di spicco dell&rsquo;esercito.</p>
<p>La situazione economica del paese resta sotto osservazione: la crescita economica nel 2014 sar&agrave; superiore al 2%, ma il bilancio fiscale e il saldo delle partite correnti resteranno negativi, rispettivamente dell&rsquo;11% e 1% del PIL.</p>
<p>Nel corso della campagna elettorale Al Sisi si &egrave; preoccupato principalmente di mandare segnali rassicuranti all&rsquo;esterno e non si &egrave; soffermato sulle riforme e sugli interventi necessari per permettere al Paese di affrontare le sfide del futuro. Le formule proposte per porre rimedio alla crisi economica, fermare la corruzione, diminuire la disoccupazione e il deficit di bilancio, lanciare una nuova politica energetica (nel 2015 finanziare il fabbisogno nazionale potrebbe costare 19 miliardi di dollari) e dare ossigeno al turismo (la principale fonte di introiti per le casse dello Stato) sono ancora da chiarire.</p>
<p>Il programma di sviluppo egiziano presentato da Al Sisi riprende un&rsquo;idea nata oltre 30 anni fa ma mai realizzata a causa dei suoi costi ingenti. Al centro del piano c&rsquo;&egrave; la costruzione di nuove citt&agrave; ad ovest del Nilo per coprire una percentuale maggiore del territorio nazionale visto che oggi la superficie abiatata &egrave; del 6%. Vi sono inoltre un&rsquo;autostrada a 8 corsie, una ferrovia, acquedotti e linee elettriche. In totale sono previsti 48 nuovi centri abitati, 8 aeroporti, coltivazioni ittiche e progetti di energia rinnovabile per la generazione di 10.000 MW di ellettricit&agrave;. Il costo totale potrebbe raggiungere i $140 miliardi che, secondo il neo presidente, proverranno dalle rimesse estere, dagli investimenti diretti esteri e da ulteriori aiuti dai paesi del Golfo, che gi&agrave; oggi ammontano a $20 miliardi.</p>